LUNA – STORY BY IRIS
C’era un fruscío la sera ma le foglie erano immobili. Saranno le statue. So che gli occhi delle statue cercano il colore che hanno perso molti secoli fa.
Ogni secolo è fatto di cento anni che è appena una sola, lunga vita. Sono poche le vite che mi separano dal loro tempo. Persino sulla mia mano, che è piccola, ci potrebbe stare il ricordo di ognuna.
C’è la luna, ha detto mia madre e guardava nel cielo. C’è la luna e tra le ombre del grande giardino ho visto una donna pallida, tristissima, coi capelli rossi. A forza di piangere, aveva perso il colore non solo degli occhi ma anche della pelle. Non era rimasta che quella fiamma riccia intorno al viso. Pure la voce, aveva finito, quindi per suo conto piangevano i grilli. C’è la luna, hanno detto i grandi. È lei.
About Iris
Prima di addomesticare i pensieri, prima di insegnare loro a comportarsi bene, prima di sapere la dimensione esatta del loro contenitore. Lì. In quello spazio di Tempo e di Luogo c’è, ancora libero, il Pensiero selvaggio dell’infanzia. Mi piace prendere un gran sorso d’aria e tuffarmici dentro. Riemergo con scintillanti, minuscoli frammenti di parole, immagini evocative, suggestioni da un’affascinante passato in cui nulla era semplicemente ciò che è. Una bambina antica, mi racconta il suo sguardo.
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Text by Iris / Visual by Liligutt